“Gli italiani? Sono la popolazione più fortunata al mondo. Ma non sanno tener fede alle loro tradizioni. E la giungla di zuccheri, grassi, bibite gassate e pasti sregolati che arrivano dall’estero hanno già colpito bambini e adolescenti”.
Valentina Vinante, giovane medico fiorentino di 31 anni, per due anni “visiting doctor” allo Yale Preventive medicine center, e con all’attivo diverse pubblicazioni in merito, al telefono sottolinea con voce squillante i pericoli di una cattiva educazione alimentare in Italia. “Il problema sta tutto nel nostro sistema sanitario disorganizzato. Ma anche e soprattutto in una struttura famigliare che, ahimè, perde colpi e non è più in grado di fare da scudo a mode e sistemi alimentari provenienti dall’estero”.
Ed ecco così che mentre in America medici e specialisti sono in lotta contro le “non regole” alimentari che portano il paese ad avere i più alti tassi di obesità e diabete infantili, in Italia le famiglie dimenticano gli “insegnamenti della nonna” per dare seguito a pranzi snack veloci, portate piene di grassi e cibi spazzatura. Soprattutto quando, ad addentarli, sono bambini.
“Si sente spesso dire dalle mamme, “tanto sono bambini”. Eppure è questo il vero problema- argomenta Valentina-. Il lassismo, che condanna bambini ed adolescenti ad una vista sregolata, mal educata sul piano alimentare e con conseguenti problemi di obesità e malattie che i genitori o i nonni non avevano. E la colpa è sempre lì. Da una parte i medici, soprattutto quelli di base, che non hanno il tempo materiale per occuparsi di queste questioni nel modo che converrebbe. E dall’altra le famiglie: sempre più in crisi, sempre più di corsa e sempre più stanche del loro stesso ruolo di custodi e garanti di tradizioni sane e comprovate.”
Ecco perché le donne, ovvero le mamme, diventano per gli esperti del settore come Valentina il perno di una educazione e prevenzione alla salute che parte prima di tutto dal piatto.
“Le donne sono il centro della nostra società- ricorda la giovane dottoressa-. Sono per loro natura molto sensibili al tema alimentazione e una leva molto grande è rappresentata dal peso e dai problemi di bilancia. È qui che la medicina può fare dell’ottima prevenzione. Nel momento stesso in cui una madre o una moglie si rivolge ad un medico per questioni di peso o comunque legati all’alimentazione si apre la porta per noi specialisti al lavoro di educazione. Educazione alla salute, alla prevenzione, al cibo. E soprattutto al lavoro di coach, fondamentale nel nostro ruolo di medici.”
Alla donna e alla sua prevenzione, Valentina ha infatti dedicato tutta la sua carriera universitaria ed ora anche quella lavorativa. Laureatasi in medicina a Firenze, la giovane dottoressa che oggi dirige un piccolo centro dedicato alla prevenzione della salute al femminile, ha proseguito con una specializzazione in Igiene e medicina preventiva che l’ha portata prima all’Università di Yale e dopo a quella di Harvard. È qui, infatti, che i suoi studi si sono arricchiti dei nomi più noti e importanti nel mondo dell’alimentazione e della prevenzione: il direttore della Yale University’s Prevention Research Center, il dott. David L. Katz ( www.davidkatzmd.com), e lo stesso T. Colin Campbell, conosciuto nel corso di una conference call insieme ai suoi colleghi e al suo staff.
Di queste esperienze e di quanto appreso nell’ambito della ricerca medica preventiva Valentina parla spesso nel suo blog, www.valentinavinante.com, illustrando i risultati, le scoperte e le nuove impostazioni una medicina che deve avere come obiettivo la salute a 360°.
“Il lavoro di coach è fondamentale per un medico- sottolinea Valentina-. Saper motivare i nostri pazienti, guidarli alla scelta giusta in tema di prevenzione, è il cuore del nostro mestiere. Purtroppo in Italia le cose sono più difficili e ingarbugliate da un sistema che non consente, ad esempio, ai medici di base che più di tutti potrebbero avere il polso della situazione, di dedicare il tempo giusto ai loro pazienti. Ma la consapevolezza sta muovendo i primi passi, anche tra la popolazione. Si tratta ora di continuare!”
5 Comments
Per fortuna anch’io fin da piccola avevo l’hobby di studiare come è meglio alimentarsi e nel corso della mia vita ho potuto sperimentare alcuni regimi alimentari tra cui la macrobiotica in senso largo però, che mi ha risolto molti problemi di salute a suo tempo. Ora da poco tempo sono arrivata ad essere fruttariano-vegana e trasmetto la mia passione alla famiglia con grande entusiasmo.
Ho già avuto dei buoni risultati in termini di salute anche con il mio compagno, che per familiarità e cattiva alimentazione era già in uno stato prediabetico: il glucosio in soli due mesi si è abbassato di un punto (da 6,1 a 5), mentre la strada è ancora lunga per i trigliceridi alti ed il colesterolo, ma spero con l’aiuto di una dottoressa Vegana di risolvere i suoi problemi.
Vorrei gridare a tutti che il cibo è tutto per la salute!!!
Ciao
Stefania
Mi occupo di diabete e da molti anni mi impegno perchè i sistemi sanitari locali si preoccupino maggiormente della prevenzione del diabete, con la lotta all’ obesità attraverso campagne di sensibilizzazione agli stili di vita corretti e cercando di educare le persone ad una alimentazione mediterranea , ricca di vegetali …ma è assai difficile modificare le “tradizioni nutrizionali” ereditate e tramandate da decenni sulle “famose” proteine nobili! Non è facile proporre a donne in epoca gestazionale , di ridurre al minimo l’ introduzione di carne e derivati animali, quando tutti i “sacri testi scientifici sulla nutrizione in gravidanza” raccomandano l’ assunzione di una volta e mezza di più il quantitativo proteico , con particolare attenzione alle proteine di origine animale! Trovo grande difficoltà per la carenza di attenzione , con la scarsa presenza di nutrizionisti e dietiste nelle istituzioni sanitarie, a gestire l’ alimetazione sia delle persone ricoverate che dei pazienti cronici, come i diabetici.
Io credo che sia molto importante educare le gestanti fino al parto e raccomandare i giusti indirizzi per l’ allattamento e lo svezzamento, e via sino ad adottare in famiglia regole salutistiche…ma poi ? Educare le governanti degli asili nido e delle scuole dell’ infanzia, le cuoched delle mense, olre che le famiglie, ma anche le agenzie scuole, e le organizzazioni commerciali dele industrie elimanteri….insomma un lavoro certosino GLOBALE , molto articolato siu ogni fronte, er cercare di modificare l’ immaginario collettivo su cosa poter scegliere di mangiare per restare in salute ed evitare le malattie metaboliche ed oncologiche! Perchè aspettare che una persona accusi sarcofobia , per sospettare che una neoplasia stia già crescendo nel suo organismo? E’ necessario rivalutare a livello istituzionale scientifico la sanità alimentare!
E’ vero. Dall’estero arrivano cattive abitudini, cibo spazzatura e non cibo (espressioni prese da Valdo Vaccaro). Ma non fermiamoci a questa corretta, ma superficiale analisi.
Mia nonna era 90 Kg e ci ha lasciato per complicazioni cardio-circolatorie. Conosco tante nonnine che riempirebbero di cibo, di tutti i tipi, i loro nipotini, educando al “mangia e metti dentro che ti fa bene”. Attenzione, mi avvicino ai 60 anni, non parlo solo delle giovani nonne d’oggi, mi riferisco anche a quelle del passato.
“Mangia la carne che ti fa bene”, “pulisci il piatto”, “bevi il latte che ti fa crescere e irrobustire le ossa”
Queste sono le parole di tante amorevoli nonne. Pessima educazione secondo i risultati della ricerca di C. Campbell.
Andiamoci piano ad elevare tutto ciò che la tradizione propone a modello da seguire.
Certo, l’enorme cambiamento in campo alimentare di cui v’è necessità urgente, dovrà passare prima di tutto da una rieducazione della classe medica che ha grossi problemi da risolvere perché arrivano da lontano:
1 – Sudditanza delle università dall’industria alimentare e farmaceutica.
2 – Sistema educativo di base fermo a concetti obsoleti, errati e distorti alla luce delle ultime scoperte in campo dell’alimentazione e dell’igiene.
3 – Inadeguatezza culturale diffusa causa scarsa apertura al pensiero scientifico.
4 – Diffusione genetica del male: ciò che ho studiato e imparato sui banchi è ciò che devo diffondere.
Altro che “Seguite la nonna”, occorre ben altro per andare oltre: una vera e propria la rivoluzione alimentare sorretta da una nuova e altrettanto rivoluzionaria presa di coscienza culturale. Ma come innescare tutto ciò mi è oscuro assai.
… Forse leggendo e rispondendo ad un blog?
Può essere un punto di partenza anche questo 😉
I segnali di un cambiamento ci sono: sempre più persone scelgono di diventare vegetariane o vegane, il biologico ha maggiori richieste rispetto a pochi anni fa e forse anche il boom di trasmissioni a tema culinario può essere un sintomo di una ricerca di qualcosa di nuovo. Certo quello che ci propina la tv è sempre la solita minestra, ma già il fatto che si cerchi qualcosa di diverso dalle solite robe precotte, un mangiare più sano, è indice di insoddisfazione e voglia di cambiamento.
Anche i medici se ne stanno rendendo conto e si stanno aprendo al cambiamento: quindi non possiamo che continuare a scrivere, parlare e condividere questi argomenti con quante più persone possibile.
[…] SEGUITE LA NONNA! […]